LA FORZA CHE HA FATTO GRANDE L'ITALIA

venerdì 24 maggio 2013

CAPIRE LA DIFFICILE SITUAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA DEL PAESE



DEMOCRAZIA CRISTIANA       SEGRETERIA POLITICA NAZIONALE
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LA DIFFICILE CONTINGENZA ECONOMICO-FINANZIARIA ESISTENTE IN ITALIA: IDEE E PROVVEDIMENTI PER AFFRONTARE LA CRISI E MIGLIORARE LA SITUAZIONE.La Segreteria politica della Democrazia Cristiana, di concerto con il Dipartimento nazionale D.C. ECONOMIA - FINANZA - WELFARE presieduto dal Dott. MARCELLO DI TONDO, di Milano (marcello.ditondo@dconline.info) ha elaborato un documento sulla attuale situazione economico-
finanziariala italiana con un primo ventaglio di osservazioni e proposte per offrire un primo contributo di idee da parte della DEMOCRAZIA CRISTIANA e poter intervenire rapidamente per un concre4to miglioramento della situazione in essere.

Un ringraziamento particolare viene rivolto alla Commissione D.C. ECONOMIA - FINANZA - WELFARE ed al dott. marcello Di Tondo per l'utile lavoro che è stato svolto.

                         Il Segretario nazionale D.C.
                                 Angelo Sandri      ( segreteria.nazionale@dconline.info - angelo.sandri@dconline.info )
                                                                
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COME VIVIAMO LA SITUAZIONE ATTUALE DEL PAESELa sconvolgente crisi finanziaria, economica, umana e sociale che ha investito la grandissima parte dei Paesi europei, americani ed asiatici, si sta trasformando - per i cittadini, le famiglie e le imprese - in una sorta di inarrestabile, diffusa e montante depressione che uccide la capacità individuale di reagire; nasconde gli orizzonti individuali e collettivi; fa svanire i propri valori e le proprie speranze; cancella lo scrigno delle singole capacità  e fa scivolare ciascuno di noi in una sorta di  inarrestabile declino che ci porta ad accettare, supinamente, linguaggi tecnici (fino a qualche mese fa assolutamente sconosciuti) e decisioni di Governo che viviamo e finiamo per accettare come una sorta di punizione biblica che (chissà perché) ci saremmo meritati.
                              CAPIRE IL PERCHE' !
Di grande interesse, quanto scritto da David Rockefeller nelle sue Memorie.
<< Qualcuno ancora pensa che facciamo parte di una setta segreta che agisce contro i principali interessi degli Stati Uniti, dipingendo me e la mia famiglia come internazionalistie accusandoci di cospirare, con altri soggetti sparsi per il mondo, per costruire una struttura politica ed economica più integrata a livello globale, un mondo unico, se volete. Bene, se questa è l'accusa, mi dichiaro colpevole e ne sono fiero ! >> Due tra i più brillanti economisti italiani, Alberto Alesina (Docente di Economia ad Harward. Massachussets - USA) e Francesco Giavazzi (Docente di Politica Economica alla Bocconi di Milano) hanno periodicamente esposto le proprie riflessioni e le proprie tesi sulla situazione italiana e sulle iniziative prese del Governo Monti:

L'errore pericoloso da evitare (che in Europa ed ancor più in Italia è sempre più frequente) è dare eccessiva importanza alla dimensione dell'aggiustamento dei conti pubblici, trascurandone le qualità specifiche. In Paesi come l'Italia, dove la pressione fiscale è ormai vicina al 55% del reddito nazionale (Pil), ostinarsi a ridurre il deficit ed il debito in tempi brevi aumentando le imposte, è inutile o, addirittura, controproducente;  poiché ogni beneficio rischia di essere annullato dall'effetto recessivo di un ulteriore aumento della pressione fiscale.Guardando meglio i conti, si comprende che la diminuzione delle spese è avvenuta, non per diminuzione delle spese stesse, ma - in larga parte - attraverso ampi tagli nei trasferimenti dallo Stato agli Enti Locali (Comuni, Province e Regioni). I quali Enti Locali, a loro volta, non hanno diminuito le spese, ma hanno aumentato imposte locali ed applicato addizionali sulle imposte nazionali, che sono entrate in vigore nei mesi scorsiDunque, rifacendo bene i conti, si scopre che dei previsti 5 punti di correzione globale dei conti pubblici nazionali e locali, attuati negli ultimi mesi dal Governo Monti, 4 punti vengono ottenuti tramite aumenti di imposte ed 1 punto soltanto per effetto di minori spese. Dovendo scegliere tra un aggiustamento severo, attuato elevando la pressione fiscale ed uno più moderato, riducendo strutturalmente e quindi permanentemente la spesa pubblica, va comunque preferita la seconda modalità. Ci si sbaglia, se si pensa che basti solo ridurre gli sprechi. Occorre capire quello che il nostro Stato può fare o non può fare a tutti i livelli. Bisogna evitare che dei servizi pubblici, praticamente semi-gratuiti, beneficino anche i ricchi o i benestanti, ma solo le famiglie indigenti.Serve una rivoluzionedel nostro Stato sociale non solo con pochi ritocchi, ma riducendo, per prima cosa, le tasse che gravano su chi lavora e su chi produce. E' molto difficile fa crescere il Paese con un debito pubblico che supera il 100% del Pil (alla fine del Governo Monti, ha superato il 127% del Pil) ed un peso fiscale che, per i contribuenti onesti, è il più alto del mondo con il suo 55% di tassazioni.La giustizia sociale va garantita creando il più possibile pari opportunità per tutti non demonizzare la ricchezza, ma offrire a tutti la possibilità di acquisire gli strumenti e le risorse pubbliche necessarie per sviluppare le proprie capacità; premiare il merito;  punire le rendite di posizione; scardinare i privilegi pubblici inutili; rendere il mercato più equo; colpire l'evasione.

Inoltre, appare evidente come, l'insufficienza di un minimo di politica monetaria a livello nazionale -  ormai delegata,  nei 17 Paesi dell'area euro, ad organismi sovranazionali  che limitano a livello nazionale l'uso delle manovre monetarie come strumento di politica economica - sia una delle gabbie globali più pericolose.

Il nostro Paese,  ormai, non è più uno Stato sovrano. E' stato rinchiuso in una gabbia, a valle di una pericolosa ed inaccettabile strategia, studiata da tempo ed applicata progressivamente dai poteri forti che governano la finanza speculativa internazionale.

Infine, è preoccupante l'insufficienza di una spesa pubblica che non aiuta e non consente lo sviluppo di una corretta e sostenibile politica economica e, che, inoltre, non comprende la necessità di rilanciare, con il contributo di tutto il Paese, una forte sostenibilità sociale. Queste  sono le trappole (che travestite da presunte teorie accademiche) stanno portando anche il nostro Paese sulle soglie di un baratro sociale assolutamente pericoloso.

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