LE ORIGINI DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA: LA CRONISTORIA DI UN SOGNO CHE HA FATTO GRANDE L'ITALIA ! di Angelo Sandri e Giacomo Zanibelli |
Nel corso degli ultimi anni di vita del fascismo, in Italia, si iniziò a riorganizzare il movimento cristiano grazie anche all'apporto fondamentale di personaggi come Alcide De Gasperi e Pietro Malvestiti. Questi ultimi si adoperarono alacremente nel tentare di ricostruire un partito cattolico forte e determinato che rianimasse la Penisola. In un clima di terrore e nascosta da sguardi indiscreti fun ell'anno 1942 che si iniziò a lavorare per creare il nuovo partito di ispirazione cristiana. Abbiamo notizia di vari incontri - tra cui quello avvenuto nell'ottobre del 1942, presso l'abitazione dell'industriale Enrico Falck a Milano - con cui De Gasperi, Pietro Malvestiti ed altri gettarono le premesse per poter ideare quella che di lì a poco sarebbe diventata la Democrazia Cristiana. Ma l'anno in cui possiamo oggettivamente datare la nascita della Democrazia Cristiana fu indubitabilmente il 1943. Nella raccolta ufficiale degli Atti e Documenti della Democrazia Cristiana - Anni 1943 - 1959 (Edizione Cinque Lune - Roma - edito nell'ottobre 1959) in cui si offre una documentazione di tutti gli atti ufficiali del partito nel periodo indicato (43/59) si indica esplicitamente nel luglio 1943 il periodo in cui vennero formulate ufficialmente le prime idee ricostruttive della Democrazia Cristiana. LUGLIO 1943 - IDEE RICOSTRUTTIVE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA Alcide De Gasperi, che era stato l'ultimo Segretario politico del Partito Popolare nel periodo tra il 20 maggio 1924 ed il 14 dicembre 1925, preparò poi, nella dura vigilia che precedette la caduta del facismo, le linee generali del programma con le quali il ricostituendo partito avrebbe dovuto presentarsi al popolo italiano. Alla stesura originale parteciparono anche molti dei suoi più vicini collaboratori; al testo finale lo stesso De Gasperi apportò alcune modifiche ed aggiunte. Questo primo schema programmatico della Democrazia Cristiana venne diffuso clandestinamente in tutta Italia con la firma di Demofilo (pseudonimo di Alcide De Gasperi) nel periodo della dominazione nazifascista (1943-45). La premessa indispensabile del nuovo Movimento politico è quella di istaurare la libertà politica. Il regime di violenza ha investito così a fondo le stesse basi costitutive dello Stato da rendere necessaria la sua ricostituzione con nuove leggi fondamentali. Il popolo italiano sarà chiamato a deliberare. Pur rimettendo al suo voto ogni concreta riforma istituzionale, sin d'ora si può affermare essere profonda negli animi di tutti la convinzione che indispensabile premessa e necessario presidio dei diritti inviolabili della persona umana e di ogni libertà civile la libertà politica. La libertà politica sarà quindi il segno di distinzione del regime democratico; così come il rispetto del metodo della libertà sarà il segno di riconoscimento e l'impegno d'onore di tutti gli uomini veramente liberi. Una democrazia rappresentativa, espressa dal suffragio universale, fondata sulla eguaglianza ei diritti e dei doveri e animata dallo spirito di fraternità che è fermento vitale della civiltà cristiana: questo deve essere il regime di domani! Nella netta distinzione dei poteri dello Stato - efficace garanzia della libertà politica - il primato spetterà al Parlamento, come la più alta rappresentanza dei supremi interessi della comunità nazionale e soltanto il Parlamento potrà decidere la guerra e la pace. Accanto all'Assemblea espressa dal suffragio universale, dovrà crearsi un'Assemblea nazionale degli interessi organizzati, fondata prevalentemente sulla rappresentanza eletta dalle organizzazioni professionali costituite nelle regioni. Sarà assicurata la stabilità del Governo, l'autorità e la forza dell'Esecutivo, l'indipendenza della Magistratura. Il controllo sulle fonti finanziarie degli organi di pubblica opinione darà alla stampa maggiore indipendenza e più acuto senso di responsabilità Una Corte Suprema di garanzia dovrà tutelare lo spirito e la lettera della Costituzione, difendendola dagli abusi dei pubblici poteri e dagli attentati dei Partiti. 25 LUGLIO 1943 - IL PROGRAMMA DI MILANO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA Come abbiamo acennato precedentemente, nel 1942 iniziò il lavorio intellettuale che portò poi alla nascita della Democrazia Cristiana. Abbiamo trovato traccia di una visita effettuata proprio nell'agosto del 1942 da parte di Pietro Malvestiti, Edoardo Clerici ed Enrico Falck (esponenti del Movimento Guelfo) che si recarono a Borgo Valsugana per coordinare con Alcide De Gasperi una azione comune per la creazione di un nuovo Partito che fosse la risultante dell'antico Partito Popolare e del nuovo Movimento dei Guelfi. Si raggiunse un'intesa comune. Qualche mese dopo si riunirono a casa del dr. Falck gli esponenti del nuovo Movimento, con la partecipazione di Alcie De Gasperi, di Stefano Iacini e di parecchi esponenti del Movimento Guelfo. Nella riunione si stabilì di preparare il programma del nuovo partito della Democrazia Cristiana affidandone l'incarico ad una Commissione composta da: Carcano, Casì Clerici, Augusto De Gasperi, Falck, Jacini, Grandi, Gronchi, Malvasi, Malvestiti, Luigi Meda, Migliori, Nebuloni, Pullara, Ridolfi, Zanchetta. Il programma non fu un'opera affrettata, ma richiese una lunga elaborazione. Di tale programma, una prima stesura - pervenuta ai posteri – è datata proprio il 25 luglio 1943. 18 settembre 1943: MESSAGGIO DEL COMITATO REGIONALE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA ALLE POPOLAZIONI DELLA SICILIA Un primo messaggio esterno della Democrazia Cristiana alle popolazioni della Sicilia è datato 18 settembre 1943. << Siciliani ! Il crollo della ventennale dittatura, che ancora osa riapparire alla ribalta politica, ha lasciato il Paese in una ben triste situazione di rovine morali e materiali, aggravata in questi giorni dalla prepotenza nazista , che calpesta il sacro suolo della Patria. La Democrazia Cristiana che, conscia dei gravissimi pericoli che l'esperimento tirannico comportava, si oppose tenacemente al regime e seppe non tremare di fronte di fronte al dispotismo, si presenta oggi a Voi per tornare a servire il Paese con quella estrema dedizione e con quella stessa passione che la distinsero nel passato. Gravissimi sono i problemi da risolvere, ma ci sorregge la certezza di portare alla risoluzione di essi un contributo eminente, confortati dalla luce di venti secoli di Cristianesimo, che fece dell'Europa e dell'Italia la culla della civiltà e del diritto, ed il cui insegnamento secolare è stato luminosamente riaffermato nei recenti messaggi del Pontefice Romano, in una nuova sintesi di guida e di salvezza. Sul solco fecondo di una tale dottrina, affermiamo che ogni vera ricostruzione è legata al rispetto della persona umana, nella sua alta dignità, con i suoi inalienabili diritti ed i suoi supremi fini spirituali, i quali non derivano dagli uomini e dalla Società; presupposto al quale è pure collegata la stessa profonda reintegrazione dell'ordinamento giuridico, invocata da Pio XII contro quella prassi di positivismo ed utilitarismo, che costituì una delle più gravi aberrazioni dei tramontanti regimi totalitari. Siciliani ! Questa è l'ora della libertà e delle grandi rivendicazioni sociali ! >> IL 15 DICEMBRE 1943 A CALTANISSETTA IL PRIMO CONVEGNO REGIONALE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA DELLA SICILIA Il primo convegno regionale della Democrazia Cristiana della Sicilia si riunì a Caltanissetta il 15 dicembre del 1943. Al termine del convegno venne approvato un documento con cui: 1) Si approva pienamente il deciso atteggiamento unitario assunto dal Comitato regionale provvisorio della Democrazia Cristiana, in chiara ed inequivocabile opposizione alle deviazioni separatiste. 2) Afferma la sua inconcussa fede nell'Unità d'Italia, alla quale la Sicilia ha laregamente contribuito ed alla quale si sente legata da insistruttibili vincoli, di tradizione, di sangue e di storia. 3) Eleva in questa grave e tragica ora della vita italiana il suo pensiero alla Patria invasa dall'aggressione nazista e ne auspica la rapida liberazione con il ritorno alla sua missione di Nazione di antica e grande civiltà nel complesso dei popoli liberi. 4) Invia l'espressione della sua solidarietà con chi, nella altre regioni d'Italia, soffre per il suo attaccamento gli ideali di libertà. 5) Riafferma la sua costante e decisa richiesta di largo decentramento amministrativo e della creazione dell'Ente Regione, con ampie autonomie nel campo economico ed amministrativo. 6) Dichiara che ove si ritenesse necessaria, in occasione dell'auspicato passaggio dei poteri del Governo Alleato a quello italiano, la nomina di un Alto Commissario,, questi venga assistito da una Commissione composta dagli esponenti dei partiti nazionali che hanno più largo seguito in Sicilia. 7) Afferma che solo al Popolo italiano spetta, attraverso la convocazione di una Assemblea Costituente, il diritto di decidere sui problemi fondamentali dello Stato e primo fra tutti su quello istituzionale. 8) Chiede il ripristino dell'esercizio delle fondamentali libertà politiche e principalmente di quelle di associazione e di stampa. |
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